Il viaggio alle cascate del Niagara di cui S. Moodie ci parla in Life in the Clearings non le dà solo l’opportunità di illustrare lo sviluppo economico e commerciale del Canada, ma anche della società, degli usi e costumi.
In questa sua analisi sulla società canadese, si può vedere come la scrittrice abbia cambiato atteggiamento. Non ci troviamo più di fronte ad una persona ancorata a queiprincipî conservatori che avevano caratterizzato Susanna di Roughing it in the Bush. In Life in the Clearings abbiamo una scrittrice che si è modernizzata, che è diventata più democratica nelle sue idee. Ciò molto probabilmente è dovuto ai contatti ed all’influsso democratico dei vicini americani. Ad ogni modo, questo non significa che S. Moodie abbia abiurato completamente le sue idee conservatrici e sia divenuta totalmente democratica. E’ vero però che in lei si assiste alla maturazione di un “compromise”, come tende a sottolineare, nella sua introduzione al libro, il curatore di Life in the Clearings, Robert L. McDougall.
Dopo venti anni di residenza in Canada, S. Moodie si libera di tutti quei pregudizi di casta, che in un nuovo paese, con una nuova società, non avevano ragione di esistere, senza tuttavia abbandonare alcuni principî morali, che erano propri della persona e della sua educazione inglese. Sono proprio tali principî che, nell’analisi della società canadese, da lei osservata nelle città, le permettono di muovere severe critiche ad alcuni usi e costumi che potremmo definire poco ortodossi.
In questa sua analisi della società canadese il primo mutamento di pensiero che si può notare è il fatto che la scrittrice sembra molto più propensa ora di quanto non lo fosse prima, ad accettare una società mista come quella che sembra formarsi in Canada.
Nel 1832 S. Moodie percepiva la struttura sociale come qualcosa di fisso e non accettava compromessi. Per questo motivo nei sette anni trascorsi nella wilderness abbiamo un rifiuto totale delle potenzialità democratiche della società canadese.
Ma con il passare del tempo la scrittrice comincia ad abituarsi alle condizioni del Nord America, così anche le sue idee cominciano ad adattarsi a questo nuovo genere di vita. Se venti anni prima era assolutamente contraria ad una società mista, ora con un tono più pacato afferma che la mescolanza di classi può solo portare un pizzico di allegria a quei freddi e chiusi circoli di ëlite:
“A certain mixture of the common and real of the absurd and ridiculous, gives a zest to the coldtame decencies to be found in more exclusive and refined circles”.
S. Moodie si rende conto che, la ripugnanza che le persone del vecchio continente provano verso questo nuovo tipo di società, non è altro che il frutto di pregiudizi con cui sono state educate.
Dopo tutto, una società come quella canadese non è da disprezzare perchè mostra la gente così come è con i suoi sentimenti più genuini:
“Human passion and feelings are exhibited with more fidelity; and you see men and women as they really are. And many kind good, and noble traits are to be found among those classes whom at home we regarded as our inferiors”.
La mescolanza di classi non può rivelarsi dannosa ed infatti la scrittrice ci descrive luoghi, dove gente appartenente a classi diverse si incontra senza molestarsi, ma si tratta con il dovuto rispetto.
Nel visitare Northport, Susanna afferma che qui si può notare uno dei migliori esempi del vivere comune della società canadese: i ricchi vivono vicino ad i poveri, frequentano le loro case e quelle distinzioni di ricchezza ed educazione sembrano annullarsi a favore di una più umana concezione della vita senza pregiudizi sociali.
Nonostante si mostri favorevole a questo nuovo tipo di società mista, la nostra scrittrice non può essere definita, come afferma il curatore del libro, “a leveller”. Perchè, convinta che una società deve essere formata da quelli che comandano e da quelli che ubbidiscono, non vuole un abbattimento completo delle barriere sociale.
Ciò a cui ella aspira non è tanto un’eguaglianza di classe quanto piuttosto una “Equality of mind”. Per questo motivo la scrittrice ritiene molto importante che la società sia in grado di provvedere ad una buona educazione,basandosi sulla tesi che un buon lavoro ed un’istruzione adeguata permetteranno anche a chi è per nascita povero di avere le stesse possibilità di una persona nata ricca.
L’educazione scolastica al tempo di S. Moodie era soltanto da poco divenuta un privilegio a cui potevano accedere anche i figli di gente di umili condizioni. Nei tempi passati mantenere un figlio a scuola richiedeva talmente tanti soldi che solo i figli delle persone ricche potevano permettersi un’istruzione:
“A few years ago schools were so far apart, and the tuition of children so expensive, that none but thevery better class could scrape money enough together to send their children to be instructed”.
Ma poi, con il passare degli anni, la possibilità di ricevere un’educazione fu estesa a qualsiasi ragazzo. Susanna ritiene che il Paese potrà ottenere grandi vantaggi da una adeguata istruzione dei suoi abitanti.
L’educazione soprattutto per le classi più povere porterà grande beneficio alla società, in quanto si avrà una diminuzione della criminalità. Ella insiste sul fatto che l’ignoranza è la parente più vicina alla criminalità, quindi bisogna far di tutto affinchè questa sia eliminata. Un uomo ignorante è incapace di giudicare correttamente e si lascia corrompere dalle più maligne tentazioni:
“An ignorant man is incapable of judging correctly, however anxious he may be to do so. He gropes in the dark, like a blind man”.
Ciò che Susanna rimprovera al Canada, forse perchè troppo giovane, è di essere una nazione molto interessataall’aspetto economico e di tralasciare l’aspetto culturale. Un Paese che non ha una classe dirigente abbastanza colta che sappia amministrare le sue ricchezze prima o poi andrà in rovina.
Una nazione ha quindi bisogno di essere governata da persone sagge che possano garantire sicurezza economica e politica. A prova delle sue idee S. Moodie porta come esempio l’Inghilterra che nel corso della sua storia, è stata sempre governata da persone che le hanno fatto acquisire un posto di supremazia tra le altre nazioni, proprio grazie all’educazione che ha saputo dare alla sua popolazione:
“To the wisdom of her educated men, Britain owes the present position she holds among the nations. The power of mind has subdued all the natural obstacles that impeded her course, and has placed her above all her competitors”.
S. Moodie si esprime contro i vecchi metodi di educazione che prevedevano l’insegnamento delle lingue classiche come Latino e Greco, che ritiene di nessuna utilità al bambino. Ella sembra invece più propensa ad untipo di istruzione basata su discipline più pratiche, che forniscano al bambino i mezzi più addatti per prepararlo ad un futuro nel mondo del lavoro:
“The best years of a boy’s life are often thrown away in acquiring the Latin language, which often proves of little use to him in after life, and which, for the want of practice, becomes to him a dead letter, as well as a dead language”.
Le sue teorie pedagogiche la portano a concludere che nessun’altra distinzione è importante per l’uomo quanto una buona istruzione. Non è importante la sua casta, il suo colore o il suo sesso; ciò che lo distingue e lo rende superiore all’essere animale è l’educazione.
Quest’ultima considerazione conduce direttamente ad uno dei temi fondamentali di S. Moodie nello studio della società. Si è visto che la società canadese è una società mista, questo non significa soltanto che ci sono classi di poveri e ricchi, ma anche gente appartenente a razze diverse, come Indiani e gente di colore, verso la quale la scrittrice non ha alcun tipo di pregiudizio, diversamente da tanti altri in Canada in quegli anni.
Narrandoci un aneddoto la scrittrice mostra come i Canadesi di razza bianca siano poco propensi ad accettare gente di colore ed Indiani nella loro società.
Si tratta di due incidenti avvenuti nell’inverno del 1852: la caduta nel fiume Moira di una mucca che riesce a salvarsi e la caduta nello stesso fiume di un bambino di colore che al contrario della mucca affogò. I due incidenti erano avvenuti a poco tempo di distanza e sembrava che il primo avesse attirato l’attenzione della gente, più di quanto l’avesse attirata il secondo:
“What a dreadful thing is this prejudice against race and colour! How it hardens the heart, and locks up all the avenues of pity! The premature death of this little negro excited less interest in the breasts of his white companions than the fate of the cow,…”.
La scrittrice ha grande ammirazione anche per gli Indiani, difficilmente li definisce dei selvaggi. Per lei sono il popolo che esprime i sentimenti più puri avendo sempre vissuto a contatto con la natura, lontani dall’ossessione per le cose materiali. Ad ogni modo ella lamenta il fatto che gli Indiani venuti a contatto con la civiltà dei bianchi hanno perso la loro identità, i costumi semplici e l’onestà.
Nel tentativo di imitare la razza bianca, che ritenevano superiore, erano riusciti a cogliere solo gli aspetti deteriori, perdendo in questo modo quelle qualità che li distinguono dai bianchi e che S. Moodie ammira:
“The red man is out of his element when he settles quietly down to a farm, and you perceive it at glance. He never appears to advantage as a resident among civilized men;… He has lost his identity as it were, when he attemps to imitate the customs and manners of the whites, he is too apt to adopt their vices…”.
Questo nuovo principio democratico per cui le classi posso mischiarsi liberamente, si era esteso in Canada anche alla religione, e non poteva essere diversamente. In una società democratica come quella canadese, come la Moodie osserva, non avevano ragione di esistere quei vecchi pregiudizi nei confronti di persone appartenenti a religioni diverse.
In un Paese libero come il Canada, composto da gente proveniente da svariati Paesi e con svariate culture, tutte le religioni erano tollerate. Per questo motivo era inutile che i Protestanti ed i Cattolici irlandesi continuassero le vecchie ostilità. Queste sarebbero dovute affondare nell’oceano nel momento in cui avevano deciso di lasciare i loro Paesi di origine ed emigrare in Canada. Così la Chiesacattolica si sarebbe innalzata vicino a quella protestante senza che questo fatto portasse scompiglio tra le fedi più diffuse nella colonia:
“The old quarel between the Irish Cattolic and Protestant should have been sunk in the ocean when they left their native country to find a home,…”0.
I Cattolici irlandesi erano fedeli e disponibili come i Protestanti e non era vero che agivano in modo ostile nei riguardi di questi ultimi. A prova di ciò S. Moodie ci racconta un episodio capitato alla sua famiglia nel 1840 appena arrivata a Belleville. In quell’anno la sua casa andò bruciata e per poco la nostra scrittrice non perse il figlio più piccolo di due anni. Questo ennesimo incendio la portò in uno stato di abbattimento totale, anche perchè a quel tempo la situazione finaziaria della famiglia Moodie non era delle migliori. Di questo episodio Susanna ricorda quale conforto ebbe dal nobile gesto di un prete cattolico che, anche se di diversa professione religiosa, in quel momento di disgrazia offrì alla sua famiglia il suo aiuto e la sua casa.
Il fatto che ella riconosca le diverse confessioni religiose, non le vieta di criticare una delle pratiche religiose più frequenti in Canada: i “camp meetings”. Questi erano dei luoghi di incontro generalmente fuori città, dove la gente andava ad ascoltare dei predicatori e “get religion”, come ironicamente la scrittrice afferma. Durante questi incontri, organizzati soprattutto da Metodisti e Quaccheri, molte scene di fanatismo si potevano osservare: donne che piangevano, che gridavano e che si strappavano i capelli.
Le persone che partecipavano a questi incontri sembravano dei pazzi, ed è questa l’impressione che S. Moodie ebbe quando le capitò di assistere ad uno di questi “meetings” religiosi:
“One thought possessed me all the time, that the whole assembly were mad, and that they imagined God to be deaf…”.
Persone di ogni condizione sociale prendevano parte a queste riunioni, con una predominanza delle classi più povere ed in genere vi andavano più per divertimento personale che per ricevere spirituale beneficio: “Moreperson go for a frolic than to obtain any spiritual benefit”.
Nell’analizzare gli usi ed i costumi canadesi Susanna si rivela un giudice molto severo, pronto a lodare quando necessario, ma anche a condannare tutto ciò che è contro i suoi principî.
Ad esempio una delle prime critiche che la scrittrice muove alla società canadese si accentra su quella che definisce “the curse of Canada”: il troppo bere. Questa abitudine stava diventando in Canada un vizio molto diffuso, non soltanto tra la gente povera ma anche tra le classi più elevate:
“Alas, this frightful vice of drinking prevails troughout the colony to an alarming extent. Professional gentlemen are not ashamed of being seen issuing from the barroom of a tavern early in the morning…”.
Per S. Moodie il bere, quando diventa vizio, degrada l’uomo. Da qui la necessità, spiega la scrittrice di preparare i bambini sin dall’infanzia a resistere all’alcool, facendogli osservare come si comporta un ubriaco. Così il ragazzo avrà per sempre con sè l’immagine di un disgustoso spettacolo, come ammonimento a non cadere anche egli nella stessa abitudine.
Tra gli altri costumi canadesi che S. Moodie critica, vi è la pratica di indossare i vestiti neri ad un funerale, e così denuncia l’abuso della società moderna di indossare il lutto per mesi o addirittura per anni in memoria della persona morta.
Spesso le persone, infatti, portano il cosiddetto lutto non perchè sentano alcun sentimento per i loro defunti, ma perchè la società lo richiede.
A tale proposito ecco un aneddoto: S. Moodie racconta di una fanciulla che, dopo aver appreso della morte della nonna mai conosciuta, si era dichiarata felice che fosse venuto il momento per lei di indossare l’abito nero. Al chela zia scandalizzata da queste parole, le fa notare che se non sentiva niente per la defunta, non era necessario che indossasse il lutto. Ma la ragazza replica dicendo che così voleva la società e che sarebbe stato uno scandalo non mettere l’abito nero per la propria nonna.
Con questo esempio S. Moodie ci vuole suggerire che i Canadesi stavano perdendo quello che gli antichi consideravano uno dei sentimenti più nobili: il rispetto per i defunti.
Ella sottolinea inoltre che i suoi connazionali erano più interessati all’aspetto economico che non spirituale della morte: essa significava il passaggio di proprietà da una persona ad un’altra:
“It is certain that death is looked upon by many Canadians more as a matter of bussiness, and change of property into other hands, that as a real domestic calamity”.
In questa panoramica della società canadese S. Moodie non può fare a meno di dare uno sguardo alla moda ed ai divertimenti che il Paese offriva.
In città come Montreal e Toronto, le persone appartenenti alle classi più alte seguivano assiduamente la moda soprattutto quella francese. Anzi, erano così ossessionati dal desiderio di adottarla che tutti sembravano vestiti allo stesso modo:
“Men and women adopt the reigning mode so universally that they look all dressed alike”.
I Canadesi, in particolar modo le donne, cercavano di tenersi al corrente della moda europea. Tuttavia il desiderio di emulazione era così grande, che le signore della colonia dimostravano poi poco gusto nell’adottare un colore e un vestito alla propria personalità. S. Moodie condanna l’abitudine a spendere più del necessario per vestiti che in quel momento andavano di moda:
“…In Canada they carry this imitation of the fashions of the day to extremes. If green was the prevailing colour, every lady would adopt it, whether it suited her complexion or no, and if she was ever so stout, that circumstance would her from wearing half a dozen more skirts than wasnecessary, because that absurd and unhealtly practice has for long period prevailed”.
S. Moodie sottolinea il fatto che le donne canadesi, anche se appartenenti alle classi più alte, non avevano quella che è considerata una delle principali caratteristiche delle donne inglesi: la “gentility”. Le donne canadesi avevano una diversa concezione di “gentility”: per loro questa parola si riferiva solo al lato esteriore della persona. Infatti:
“Their ideas of gentility consists in being the owners of fine clothes, fine houses, splendid furniture, expensive equipage and plenty of money. They cannot comprehend the mysterious ascendancy of mind over mere animal enjoyments”.
Alla gentility inglese si contrappone l’essere “delicate” canadese, che si riferisce all’aspetto fisico di una persona ed è quel particolare tratto che distingue una persona che abita in città da una che abita incampagna. Per le giovani donne canadesi è molto importante avere una pelle bianca, perchè è segno di non rozzezza.
La pelle rosea delle donne inglesi in Canada non è una caratteristica fisica molto apprezzata: “The rosy face of the British emigrant is regarded as no beauty here”.
Per quanto riguarda la vita di società, i Canadesi erano un popolo a cui piaceva molto partecipare a tutto ciò che la vita mondana offriva loro: danze, feste all’aperto e altre manifestazioni che permettevano loro di divertirsi e stare con gli altri.
In ultima analisi possiamo affermare che il popolo canadese era migliorato molto, anche se molta strada doveva ancora percorrere. A metà secolo la società stava facendo numerosi sforzi per tenersi alla pari con il resto del mondo, e forse questo desiderio di seguire le mode del momento a volte causavano un eccesso nell’imitazione dei costumi europei.
Ancora una volta si deve sottolineare che i Canadesi erano troppo interessati alla vita materiale, e per il momento non potevano raggiungere quel livello culturale che gli Europei, in quanto appartenenti ad una cultura più antica e più sicura economicamente, potevano coltivare.